Ogni angolo della Sicilia racconta una storia. Sono le sue strade, i suoi profumi e i suoi sapori a raccontare storie lunghe secoli, tutte da scoprire e da assaporare.
Le spezie e i colori vivaci dei piatti della tradizione, le grida dei panificatori ambulanti, le boutique del gusto che inseguono l’innovazione. In Sicilia, il cibo diventa il simbolo di tante culture che affondano le proprie radici in una storia di conquiste e mescolanze, ma anche di una tradizione che non smette di rinnovarsi e seguire le tendenze.
Il cannolo siciliano è uno di questi, un prodotto che riesce a portare avanti una tradizione secolare e che svela segreti e aneddoti di un passato ancora vivo. Un passato che, di generazione in generazione, cambia forma e si innova anche nei sapori.
La storia del cannolo siciliano è una storia ricca di miti e leggende, ma anche di usi e costumi che hanno inizio con la dominazione araba e proseguono, senza sosta, fino ai giorni nostri. Oggi, il cannolo siciliano è uno dei simboli incontrastati dell’immaginario gastronomico siciliano nel mondo. Noi, che portiamo avanti la sua tradizione, vogliamo raccontarti la sua storia.
Le origini del cannolo siciliano, tra sacro e profano
Fin dai tempi degli Arabi e poi dei Romani, l’antica ricetta del cannolo si è fatta portavoce di storie e leggende popolari che ne hanno definito, sempre più, l’immagine e i tratti distintivi. Il cannolo, infatti, prende la propria origine etimologica dalla canna di fiume (cannello) attorno a cui, un tempo, l’impasto veniva arrotolato per conferirgli la sua tipica forma cilindrica.
E dobbiamo partire proprio dall’aspetto bizzarro e originale del re dei dolci siciliani per fare un accenno alla sua origine. Anzi, alle sue origini.
Secondo la tradizione più diffusa, il cannolo siciliano nacque durante la dominazione araba in Sicilia, in una zona dell’isola chiamata Qal’at al-Nissa, oggi Caltanissetta, che letteralmente si traduce con “Castello delle donne”.
E sono proprio le donne le protagoniste delle storie e delle leggende che ruotano attorno alla sua nascita. Perché il cannolo ha un’origine sacra, è vero, ma anche una profana. Secondo la tradizione sacra, il cannolo siciliano nacque all’interno di un convento di Caltanissetta in cui le suore, in occasione del Carnevale, si dilettavano nella preparazione di dolci di ricotta e mandorle tritate, decorati con deliziosi pezzetti di cioccolato.
Eppure, c’è una tradizione più remota che riconduce, invece, le origini del cannolo all’epoca della dominazione araba. Secondo quest’antica leggenda, infatti, il cannolo nacque tra le mura dell’Harem all’interno del Castello di Caltanissetta in cui viveva l’Emiro con le sue concubine.
Nel palazzo dell’Emiro, le donne arabe erano solite sperimentare nuove ricette e preparare pietanze e dolci per omaggiarlo. Pare, inoltre, si fossero ispirate all’antica ricetta romana, rivista però nell’aspetto per conferirgli un’insolita forma fallica.
La ricetta del cannolo siciliano: tante varianti, un unico simbolo
Che fosse sacra o profana, la ricetta del cannolo siciliano è certamente attribuibile ai Romani, tanto che del cannolo ne parla Cicerone nei suoi testi.
È Cicerone a descriverlo come “tubus farinarius dulcissimo edulio ex lacte fartus”, ovvero un “tubo farinaceo ripieno di un dolcissimo cibo a base di latte”.
In seguito, però, l’antica ricetta del cannolo venne ripresa, trasformata e resa quella che noi tutti oggi conosciamo e gustiamo, morso dopo morso. Al di là della leggenda sulla sua chiara forma fallica, è certo che furono gli Arabi a dargli la forma che il cannolo siciliano ha ancora oggi.
Ovviamente, il cannolo ha oltrepassato i confini dell’antica Qal’at al-Nissa e si è diffuso in altre parti dell’isola, cambiando nei sapori ma mai nella forma.
La tradizione gastronomica vuole che il cannolo siciliano sia costituito da una “scorza” o “scorcia”, ovvero da una cialda croccante fatta di farina di grano tenero, vino e zucchero e poi farcita con ricotta di pecora e altri elementi decorativi.
Nei paesi della Sicilia occidentale, si usa decorare i cannoli con pezzi di cioccolato e canditi di arance e ciliegie. Invece, nella parte orientale, il cannolo viene quasi sempre guarnito con mandorle e una spolverata di granella di pistacchi.
La storia del cannolo siciliano: tra tradizione e innovazione
A Caltanissetta, ancora oggi, spetta il titolo di “Città del cannolo”, ma nonostante le sue origini nissene, il cannolo siciliano è protagonista di sagre e feste di altri paesi siciliani, come quella che si svolge ogni anno a Piana degli Albanesi.
Una cosa è certa, il cannolo non è soltanto il re delle feste, ma anche un prodotto immancabile all’interno di bar, bakery e pasticcerie.
Inoltre, la sua chiara indole di prodotto da “street food” ha fatto sì che, nei decenni e fin dalle sue origini più antiche, la dolce ricetta del cannolo siciliano non si fermasse soltanto alla Sicilia. È soprattutto grazie ai pasticceri di Palermo e di Messina che il cannolo ha oltrepassato i confini regionali e si è diffuso in tutto il mondo. Si è trasformato da prodotto tipico della tradizione siciliana in vero e proprio emblema della cultura locale a livello internazionale.
E i pasticceri siciliani non hanno soltanto portato avanti una tradizione, ma hanno anche saputo innovarla, creando deliziose varianti del cannolo che oggi vengono apprezzate in tutto il mondo.
Il cannolo acquista una nuova identità, ma senza perdere la sua originale essenza. È questo il concetto alla base dei cannoli Marchese, fatti rigorosamente con materie prime siciliane, ma personalizzati nel gusto e negli ingredienti per deliziare qualsiasi palato e desiderio goloso.